“Tarallucci e vino” oggi purtroppo ha un altro significato

© Lada Tremo

Quante volte abbiamo detto che una questione è finita “a tarallucci e vino”? Si tratta di un’espressione  particolarmente efficace nel descrivere la calma che segue un litigio, quando per alleggerire l’atmosfera si ride e si scherza, cercando di dimenticare le tensioni.

Il detto trae le sue radici dalla cultura contadina, dove, per accogliere ospiti inaspettati, si offrivano taralli e un bicchiere di vino, simboli di ospitalità e convivialità. Questo momento rappresentava un’occasione di festa, amicizia e condivisione, privo di conflitti.

Tuttavia, nel tempo, soprattutto in ambito giornalistico, l’espressione ha acquisito anche una connotazione negativa. In riferimento a crisi o accordi politici, dire che una questione è finita “a tarallucci e vino” implica un compromesso poco trasparente o un insabbiamento.

Così, da simbolo di riconciliazione amichevole, il detto è diventato sinonimo di una gestione corrotta, che alimenta sfiducia.

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